Era la terza volta che visitava la cittadina di Mira, un piccolo paese situato nella campagna orientale del paese. Mira esisteva da tempi antichi, ed aveva mantenuto intatte le sue vie ed i suoi edifici principali nonostante l’invasione di vari nuovi “padroni”. Era un posto che vantava una sua cultura locale piuttosto originale e che tutti gli abitanti sentivano come propria, al punto che anche in tempi moderni si distingueva da quella delle città circostanti.
Mira non era mai cresciuta a dismisura, non si era mai convertita in una metropoli o nel centro urbano per eccellenza della regione, aveva prosperato, ma sempre in modo pacato quasi i suoi cittadini avessero in tacito accordo deciso di non dare troppo nell’occhio, allo scopo di evitare di attirare troppi forestieri che avrebbero immancabilmente cambiato la fisionomia della loro amata città per sempre.
Era, quindi, una città millenaria, sospesa nel tempo, quella che Dan aveva visitato quel giorno. Era la prima volta che ci metteva piede e mai ne aveva sentito parlare prima. Eppure, l’aveva trovata da subito un luogo splendido, che meritava di godere di fama internazionale come meta turistica, alla stregua di città come Venezia, Parigi o New York. Perchè non la conosceva nessuno? Aveva chiesto in giro ad amici e conoscenti, anche a quelli che viaggiavano spesso e che avrebbero potuto (e dovuto) sentirne parlare. Dan era rimasto affascinato da tutto, aveva passeggiato ammirato tra le viuzze antiche, di ciottoli, che davano al centro un’aria di serena immobilità, come non l’aveva mai percepita prima. Alla fine della giornata, dopo una sola visita (cosa che mai gli era capitata prima), aveva deciso che quella era la città giusta per costruire il nuovo casino. Esatto, Dan era venuto sino a Mira con lo scopo di farvi costruire un casino all’azienda per la quale lavorava, un’azienda in espansione costante che non vedeva l’ora di trovare posti nuovi dove far impazzire la gente per il gioco d’azzardo.
Il lavoro di Dan consisteva per l’appunto nell’individuare la situazione perfetta per la presenza di un nuovo casino, il che significava che non dovevano esserci altri casino nei dintorni, che la zona circostante doveva essere attraente a sufficienza per motivare l’arrivo di turisti che difficilmente sarebbero venuti solo ed unicamente per giocare al casino, infine doveva trattarsi di un posto i cui abitanti avrebbero accolto con entusiasmo la presenza (spesso ingombrante) di un casino. La parte forse più delicata del suo lavoro era proprio quella di ricevere l’appoggio della popolazione, ma Dan era incredibilmente bravo in quello che faceva ed era sempre riuscito a far costruire i casino dove lui aveva deciso che avrebbero fruttato al massimo – ed avevano sempre, effettivamente, fruttato al massimo. Quella di Mira si presentava come una vera e propria sfida, data la sua storia e la riservatezza dei suoi abitanti, ma questo fatto rendeva Dan ancora più elettrizzato all’idea di vincere quella battaglia.