Precedentemente considerata una sorta di tabù, la chirurgia plastica è oggi strategicamente entrata a far parte della nostra vita, creandosi una propria nicchia tanto in campo sociale quanto in quello economico. In effetti, se molte persone, anche in un recente passo, hanno rifiutato di ammettere di aver usato una rinoplastica per sollevare la punta del naso, o sono ricorsi per un aumento del seno o dei glutei, oggi il soggetto sottoposto ad una chirurgia plastica è sempre più democratizzato e accettato.
Pur tuttavia, esiste un profondo solco che determina il confine tra la chirurgia plastica e preoccupazioni estetiche. Di fatti, la chirurgia plastica si occupa di ricostruzioni a seguito di ustioni e di varie tipologie di incidenti, mentre quella estetica apporta un miglioramento puramente estetico.
Tuttavia, pur essendo diverse le une dall’altre, nel concetto moderno, entrambe fanno parte della nostra vita quotidiana. A tal proposito, si rammenta come numerosi medici, ricordano come la chirurgia estetica sia una parte importante della chirurgia plastica.
In ogni caso, a prescindere dalle differenziazioni tecniche e motivazionali, è opportuno ricordare che sono tutte e due degli interventi chirurgici, quindi, con tutti gli aspetti che ne derivano e che sono collegati. Non a caso, a chi si sottopone a tutto ciò, nella norma, il medico controlla lo stato generale di salute, i segni vitali, il corretto funzionamento degli organi e dei vari sistemi di cui il fisico è composto, il tutto volto a minimizzare il tasso di complicanze.
Seppure sembra che non ne parlino apertamente, i medici si impegnano anche con i pazienti per determinare il loro benessere psicologico, anche per poter andare ad individuare eventuali segnali di pericolo. Questi esami che sono svolti prima di un intervento, includono il sapere di precedenti interventi chirurgici effettuati, ma anche aspetti che riguardano il complesso quadro delle cosiddette troppe aspettative. Infatti, vi sono fin troppi soggetti che ricorrono a tutto ciò più per assomigliare ad una star che per reali esigenze fisiologiche.
Perciò, è fondamentale conoscere i limiti sia della chirurgia plastica e sia di quella estetica. In molti casi, si stanno sempre più caratterizzando due tipologie di soggetti. La prima è quella che ha necessità di poter migliorare la propria autostima. La seconda, invece, molto più complessa, è quella che è sofferente a causa del disturbo derivante dal disordine da corpo dismorfico, ovvero, in estrema sintesi, di coloro i quali non si riconoscono con quanto vedono allo specchio.
Seppure sia ancora poco conosciuto, questo disordine legato alla propria immagine, è molto diffuso. In questo caso, si può parlare di una vera e propria cronica malattia mentale. In altri termini, il soggetto non riesce a smettere di credere che il proprio aspetto presenti evidenti difetti. In realtà, il più delle volte, è solamente un qualcosa di immaginario, oppure di poca importanza. Quindi, in conclusione, è da combattere questa sospetta bruttezza immaginaria, un qualcosa che scaturisce esclusivamente dal concetto di look definito non correttamente da questa attuale tipologia di società. …